Valerio Scanu: “Il bisogno di farci comprendere da chi amiamo”

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Il giovane artista sardo, reduce dal Festival di Sanremo, nei prossimi giorni sbarcherà in Sicilia per il suo instore-tour. Il suo singolo, “Finalmente piove”, si conferma stabile al primo posto della classifica di vendite su iTunes

 

A volte guardiamo negli occhi una persona, senza però trovare il coraggio di dirle in faccia ciò che realmente pensiamo. Spesso il silenzio sovrasta la comunicazione, prendendo il sopravvento sulle parole, così esternare i propri sentimenti e le proprie emozioni diventa un’azione quasi proibitiva. Forse perché prima è necessario guardarci dentro, accettare ciò che realmente siamo e donare una parte di noi stessi alle persone che amiamo, senza maschere, senza paure, senza censure. Ed è proprio in quell’istante che arriva la pioggia, forte, battente, catartica. Ed è solo in quel momento che, liberi, possiamo urlare: “Finalmente piove”.

Riparte proprio da qui il giovane cantante sardo Valerio Scanu, reduce dal Festival di Sanremo, dove si è classificato al tredicesimo posto con il brano “Finalmente piove”, scritto dal cantautore romano Fabrizio Moro e stabile al primo posto nella classifica di vendite su iTunes.

Tredici sono i brani contenuti nel suo ultimo album, l’ottavo, intitolato proprio “Finalmente piove”, come il suo primo singolo estratto.

In questi giorni Valerio è impegnato nel suo instore-tour che sabato farà tappa in Sicilia per tre giorni. I suoi fans avranno modo di abbracciare la sua musica sabato 5 marzo in provincia di Catania, al “Centro Sicilia” di Misterbianco, domenica 6 marzo al centro commerciale “Il Casale” di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, e lunedì 7 marzo al “Megastore Mondadori” di Palermo.

Nato a La Maddalena il 10 aprile del 1990, Valerio ha sempre risposto alle critiche con la sua grinta, con la sua tenacia e soprattutto con la sua musica, mettendosi in gioco e mettendoci sempre la faccia, toccando temi importanti e sempre attuali e regalando emozioni al suo pubblico.

Da sempre impegnato nel sociale, ha dedicato il suo acoustic-tour alle donne vittime di violenza, è in prima linea nella lotta contro l’omofobia e recentemente ha messo all’asta una sua canotta, indossata in occasione di un suo concerto estivo, destinando tutto il ricavato all’Associazione “DiamoUnaMano” che opera ne reparto di oncologia pediatrica a Napoli.

Dalla scuola di “Amici” alla vittoria del Festival di Sanremo con il brano “Per tutte le volte che”, scritto dal cantautore laziale Pierdavide Carone, fino ad arrivare al suo ultimo disco, “Finalmente piove”, un album che parla di amore, quello vero, un sentimento che comunque vada avrà sempre un risvolto positivo nella vita di ognuno di noi.

Una carriera fatta di alti e bassi, gioie e dolori, come la vita del resto, ma sempre a testa alta.

Valerio si racconta così al “Carrettino delle Idee”:

 

Sei tornato in gara al Festival di Sanremo a venticinque anni, sei anni dopo la tua vittoria con il brano “Per tutte le volte che”, scritto dal cantautore Pierdavide Carone. Torni con una maturità diversa, sia da un punto di vista umano che da un punto di vista vocale. Il tuo singolo, “Finalmente piove”, è tra i più venduti su iTunes. E’ una rivincita per te?

 

Il singolo si conferma ancora oggi stabile al primo posto della classifica di vendite su iTunes, quindi  posso dirti che il numero tredici evidentemente porta fortuna (tredici i brani contenuti nel suo ultimo album, intitolato proprio “Finalmente piove”, tredicesima la sua posizione nella graduatoria finale del Festival di Sanremo, ndr). Sono molto contento che la canzone abbia abbattuto le barriere del pregiudizio della giuria di qualità e sia arrivata alla gente. Questa è una grande gratificazione per me.

 

Quanto è stato emozionante tornare sul palco dell’Ariston?

 

Diciamo che l’emozione era la stessa della prima volta, sono io che ho vissuto tutto in maniera diversa. Le varie esperienze, le persone che incontri e la vita stessa ti cambiano, dunque sono tornato al Festival di Sanremo con meno incoscienza e con una maggiore consapevolezza rispetto al 2010. Penso di essere maturato e di essere cresciuto tanto, non solo artisticamente.

 

Contestualmente è uscito il tuo nuovo album, intitolato “Finalmente piove”, proprio come il tuo primo singolo scritto dal cantautore romano Fabrizio Moro. Che significato ha per te la pioggia? Può essere vista come una rinascita?

 

La pioggia è vita, è rinascita, ha sicuramente un’accezione positiva. Il brano “Finalmente piove” racconta il rapporto tra due persone che non hanno mai avuto il coraggio di guardarsi dentro e di dirsi le cose in faccia, è una canzone che esprime le difficoltà di una storia in cui il silenzio ha spesso sovrastato la comunicazione. Parla della fatica che a volte facciamo ad accettare ciò che realmente siamo e del bisogno di farci comprendere, soprattutto da chi amiamo.

 

Hai scritto ben otto tracce su tredici del tuo ultimo album. Anche in questo lavoro continuano le collaborazioni con Davide Rossi, il figlio di Vasco, Federico Paciotti e Lorenzo Mastrandrea, ma anche con Mario Cianchi, Mirko Tommasi e Luca Mattioni, quest’ultimo anche produttore. Quali sono i temi che principalmente hai trattato in questo progetto?

 

Il 12 febbraio è uscito il mio nuovo album di inediti che prende il nome proprio dal brano presentato al Festival di Sanremo, “Finalmente piove”. Sono presenti tredici brani, otto scritti da me e prodotti da Luca Mattioni che seguono il sound internazionale dell’ultimo disco ma rispecchiano maggiormente la mia maturità odierna, non solo da un punto di vista artistico. Si tratta di un disco che parla di amore, quello vero, fatto di piccole e grandi cose. Un sentimento che dura nel tempo, attraversa mille peripezie ma che alla fine ha sempre un risvolto positivo.

 

Il brano “Finalmente piove” porta la firma importante del cantautore romano Fabrizio Moro, tra le penne più apprezzate nel panorama nazionale. Come e da dove nasce questa collaborazione? Avrà un seguito? Quanto è stato importante per te il suo supporto?

 

Si tratta di una collaborazione nata da una sfida. Ho ascoltato questo brano per la prima volta in studio da Fabrizio, mi ha subito colpito, tanto da chiedergli il permesso di poterlo cucire su di me e nel caso gli fosse piaciuto di presentarlo al Festival di Sanremo. Abbiamo entrambi un carattere molto introverso, ci siamo inizialmente “annusati”, scoperti e capiti. Adesso posso dire con grande piacere che stiamo costruendo un bellissimo rapporto di amicizia che sicuramente continuerà a prescindere da possibili future collaborazioni.

 

Nel tuo album è incluso il brano “Io vivrò (senza te)”, di Lucio Battisti, da te rivisitato. Una canzone che ti ha permesso di arrivare al secondo posto nella serata dedicata alle cover al Festival di Sanremo. Inoltre, hai suonato per la prima volta il pianoforte dal vivo, in pubblico. Come mai hai optato per questo brano?

 

“Io vivrò (senza te)” è un brano che non cantavo ormai dai tempi del piano-bar. Era uno dei cavalli di battaglia di una mia cara amica che purtroppo è venuta a mancare da poco. Ricantarlo con la consapevolezza di non ascoltarlo più dalla sua voce è stata una grandissima emozione per me.

 

Al Festival di Sanremo è nettamente cambiato il giudizio della stampa nei tuoi confronti. Ti ha sorpreso?

 

Sì, in effetti sì, non me l’aspettavo e sono davvero felice di questo. Nel 2010 ho vinto il Festival di Sanremo, è vero, ma nel 2016 ho convinto al Festival di Sanremo e questo vale più di una qualsiasi vittoria.

 

Al contrario, la giuria degli esperti si è fermata allo 0%. Come te lo spieghi?

 

Semplicemente la musica non ha superato il limite del pregiudizio, purtroppo. Hanno dato lo 0% a me per colpire i talent-show che però oggi fanno parte a tutti gli effetti della nostra società, quindi è giusto che ci siano artisti che provengono da quel mondo anche al Festival di Sanremo.

 

Una carriera che sembrava in discesa: “Canzoni sotto l’albero”, la vittoria a “Bravo bravissimo”, “Note di Natale” ed un secondo posto al talent-show “Amici” di Maria De Filippi. Da lì il “Disco d’oro” con l’EP “Sentimento” ai Wind Music Awards, il tuo primo album, un tour che ha raggiunto grandi numeri ed infine la vittoria al Festival di Sanremo con il brano “Per tutte le volte che”, raggiungendo anche il “Disco di platino”. Successivamente i TRL Awards, un’autobiografia ed un’importante evento con Claudio Baglioni. Nel 2012, dopo la pubblicazione del tuo quarto album, il ritorno ad “Amici” nella categoria “Big” e l’uscita del singolo “Amami”. Poi la separazione con la EMI, la tua ex casa discografica. Il presente si chiama “NatyLoveYou”, la tua etichetta indipendente. Cosa rappresenta per te questa nuova avventura?

 

Sicuramente un nuovo capitolo, adesso sono finalmente libero di scegliere e di sperimentare. Posso esprimermi e farmi conoscere senza alcun filtro.

 

Tale e quale show”, un modo per far conoscere al pubblico e ai tuoi fans un altro aspetto di Valerio, in questo caso particolarmente eclettico e dai mille volti. Quanto ti è servita questa esperienza?

 

Grazie alla televisione ho avuto la possibilità di arrivare alla gente per quello che sono realmente. Ho potuto far conoscere tante sfaccettature del mio carattere, ho avuto modo di far conoscere al pubblico il Valerio cantante, artista, ma anche persona.

 

L’isola dei famosi”, come mai questa scelta? E’ un’esperienza che rifaresti?

 

E’ un’esperienza che non rifarei mai più, ho deciso di farla solo per una questione economica, dunque per soldi che mi sono serviti poi per autoprodurmi e per fare musica. Sicuramente questa esperienza mi è servita da un punto di vista umano, ho imparato e capito tante cose che ho poi riversato nei testi delle canzoni che ho scritto.

 

Andare al Festival di Sanremo con un’etichetta indipendente, in totale autonomia, è stato un gesto coraggioso e molto singolare, ma sicuramente coerente. Ultimamente hai ricevuto proposte da parte di qualche casa discografica? Torneresti in una major?

 

Certo, ho ricevuto tantissime proposte e solamente un pazzo avrebbe rifiutato così tanti soldi, ma sono una persona coerente, dunque voglio continuare ad essere indipendente e felicemente libero.

 

I talent-show: Una fabbrica di talenti? O una fabbrica di illusioni?

 

Una fabbrica di talenti, poi però sta proprio a quei talenti rimboccarsi le maniche e farsi strada in questo mondo. La cosa importante non è arrivare, ma rimanere. Io, personalmente, non rinnegherò mai la scuola di “Amici”, proprio perché mi ha dato la possibilità di farmi conoscere al grande pubblico, ma oggi non sono più e non mi sento più “il cantante uscito da un talent-show”.

 

I network radiofonici: Trasmettono i brani perché meritevoli? O spesso e volentieri sono proprio le radio i management degli artisti?

 

Posso dire che il brano “Finalmente piove” è trasmesso perché meritevole e di questo ne sono davvero orgoglioso.

 

Sei stato tra i pochi a denunciare il sistema della major che sfruttano i giovani senza un progetto a lunga scadenza. Per questa ragione, forse, sei stato relegato ai margini e troppo spesso “snobbato”. Cosa consiglieresti ad un giovane che vuole intraprendere questa carriera?

 

Sicuramente di creare una squadra di persone che credono in te, che credono in quello che fai e che credono nella tua musica, persone che ci mettono il cuore e tanta passione. La major potrebbe essere un valore aggiunto ad un progetto che però deve essere tuo. Sicuramente mai e poi mai la casa discografica deve coincidere con il management, perché altrimenti non ci sarà mai nessuno pronto a fare realmente i tuoi interessi.

 

Attualmente sei impegnato con il tuo instore-tour che anticiperà il concerto di domenica 24 aprile all’Auditorium “Conciliazione” di Roma. Sabato 5 marzo sarai al “Centro Sicilia” di Misterbianco, in provincia di Catania, domenica 6 marzo al centro commerciale “Il Casale” di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, mentre lunedì 7 marzo sarai al “Megastore Mondadori” di Palermo. Che accoglienza ti aspetti? Tornerai in Sicilia per il tuo tour?

 

La parte più bella di questo lavoro, in assoluto, è proprio il live. Sentir cantare il pubblico, respirare dal palco le emozioni della gente, il calore degli applausi. Non potevo aspettare ancora, proprio per questa ragione ho voluto regalarmi un’anteprima del tour che si terrà all’Auditorium “Conciliazione” di Roma, in programma domenica 24 aprile. Dal primo maggio, invece, partirà il mio tour che andrà avanti almeno fino alla fine di settembre. Ovviamente prometto che tornerò anche in Sicilia.

 

Intraprendere una carriera musicale sotto i riflettori, così giovane, avendo iniziato appena maggiorenne, comporta certamente tante rinunce, tra cui il distacco dalla famiglia e dagli affetti.

 

Personalmente non ho mai rinunciato a nulla, soprattutto non ho mai rinunciato e mai rinuncerò all’affetto della mia famiglia. Quando posso torno sempre a casa mia, in Sardegna, se non posso invece sono proprio i miei familiari a venirmi a trovare.

 

Hai intrapreso un percorso decisamente tortuoso che stai portando avanti con grinta e carattere da vendere. Come hai affrontato e come continui ad affrontare i momenti di sconforto e le critiche?

 

Inizialmente mi arrabbiavo parecchio, ci stavo anche male. Oggi mi faccio scivolare tutto addosso, anche perché se le critiche non sono costruttive sono solo frutto dell’ignoranza e della frustrazione della gente.

 

Un nuovo inizio, dunque, per Valerio Scanu. Nel suo nuovo album è presente anche un singolo intitolato “Rinascendo”. All’interno di questo brano una frase molto significativa: “Non cedo, perché i forti sono forti finché hanno coraggio”. Un testo autobiografico, scritto proprio dal giovane cantante sardo. Mai arrendersi, amarsi e amare sempre, come se fosse la prima volta, rinascendo quotidianamente, attraverso il tempo e le stagioni, oltre ogni ostacolo. Riparte da qui il percorso di Valerio.

 

Fabrizio Bertè

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