Ed è proprio così che arrivano le soddisfazioni: da un momento all’altro. Soddisfazioni come ad esempio ritrovarsi nella giuria della della sezione “Classici” della settantesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, per visionare e giudicare il restauro di grandi classici e documentari sul cinema.
Antonio Emanuele e Simona Costantino.
Due studenti messinesi, laureati rispettivamente in Discipline delle Arti figurative, della Musica e dello Spettacolo e in Promozione Turistica, entrambi con lode accademica, e attualmente iscritti al corso di laurea magistrale in Turismo e Spettacolo. La Professoressa Alessia Cervini, ricercatrice di cinema dell’Università degli Studi di Messina ha offerto loro l’opportunità di partecipare all’iniziativa, inedita per il secondo festival cinematografico più antico del mondo, che vede coinvolti altri 26 studenti provenienti dai DAMS italiani.
Saranno proprio loro gli ospiti della Fondazione la Biennale di Venezia, dal ventotto agosto all’otto settembre, che abbiamo avuto l’opportunità di intervistare.
Presentatevi attraverso le vostre esperienze e la vostra formazione nell’ambito dello spettacolo.
A: Quella per il cinema è una passione che coltivo da diversi anni. La prima vera esperienza l’ho avuta a soli dodici anni quando venni scelto per interpretare il ruolo del protagonista da bambino per Placido Rizzotto di Pasquale Scimeca, col quale ho lavorato in altri tre film: Gli Indesiderabili (2002), La passione di Giosuè l’ebreo (2004) e Il Cavaliere sole (2008, in quest’ultimo come assistente alla regia). In seguito, come aiuto regista, ho collaborato con Francesco Lama nei cortometraggi Un natale clandestino (2009) e Il guardiano del faro (2009) e, proprio questa estate, con Antonello Irrera per la realizzazione del backstage di Feedback-Flusso luminoso, cortometraggio di prossima uscita incentrato sulla figura di Colapesce.
Infine, nel 2009, ho scritto e diretto il mio primo cortometraggio dal titolo Autoritratto, selezionato alla 56° edizione del Taormina Film Fest (2010), mentre il secondo cortometraggio, forma mentis, è del 2012.
S: Il mio rapporto con il mondo dello spettacolo si è materializzato solo quest’anno dopo la mia iscrizione al corso di laurea magistrale in turismo e spettacolo. nonostante fossi sempre stata incuriosita dai riflettori non avevo mai mostrato un interesse particolare al di fuori della semplice fruizione di spettacoli di ogni tipo.
Come vi state rapportando a questo primo ruolo di “responsabilità”.
A: In realtà ho già avuto modo, grazie sempre all’Università degli studi di Messina, di partecipare come membro di una giuria al Festival delle Culture Giovani di Salerno. È chiaro che a Venezia sarà tutto diverso, sia per l’importanza della Mostra sia perché in questo caso andremo a giudicare classici restaurati e documentari sul cinema. Per quanto riguarda la questione “responsabilità” ovviamente il proposito è quello di fare un buon lavoro, con onestà e solerzia.
S: Spero di essere all’altezza di questo prestigioso ruolo che mi è stato offerto. Affronterò quest’esperienza con determinazione.
Vi sareste mai aspettati di arrivare al Festival di Venezia?
A: Come membro della giuria, no! Ho avuto la fortuna di andare a Venezia in occasione della presentazione di Placido Rizzotto, quindi in veste di “attore”, ma mai avrei pensato di essere ospitato dal secondo festival cinematografico più antico del mondo in qualità di giurato!
Anzi, approfitto della domanda per ringraziare la Prof.ssa Cervini che ci ha dato questa grandissima possibilità.
S: Queste sono occasioni che capitano poche volte nella vita e sicuramente era lontana dai miei progetti l’idea di arrivare a Venezia ad una manifestazione così importante, oltretutto in qualità di ospiti e giuria. Un sogno per qualsiasi ragazzo ambizioso.
Non entrando nei meriti del “restauro” che andrete a giudicare c’è un film in particolare che vi entusiasma particolarmente dover visionare criticamente?
A: I titoli sono molti e tutti molto allettanti, quindi ne dico solo due: Sfida infernale di John Ford – perché il western l’ha “inventato” lui – e L’angelo del male di Jean Renoir, perché c’è Gabin (ride). Va be’, dico anche Paisà di Rossellini e Providence di Resnais…
S: Sono un’appassionata di cultura indiana, quindi i film restaurati indiani suscitano in me particolare curiosità ed interesse.
Che aspettative avete?
A: Sono sicuro che sarà un’esperienza entusiasmante e molto costruttiva. E poi per me vedere film è indispensabile, figuriamoci se devo farlo a Venezia!
S: Le aspettative sono tante come la voglia di iniziare quest’esperienza… In genere preferisco aspettare e vivere le cose al momento per restare sorpresa e stupita di ogni minimo particolare.
Adesso non ci rimane che aspettare il loro ritorno, con una nuova intervista doppia… per partecipare con loro del senso di un’esperienza così straordinaria.