Pochi giorni fa alcuni vigliacchi hanno forzato la porta d’ingresso dell’appartamento del Dott. Roberto Di Palma. Non hanno rubato soldi o preziosi, non hanno lasciato tracce di disordine ma , al contrario, si sono diretti alla scrivania del Sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria, dalla quale hanno sottratto le chiavi dell’ufficio in Procura.
Ovviamente la sensazione comune è quella di un “avvertimento”.
Sono in tanti a avere i “loro motivi” per intimidire il Magistrato; personaggi come i piromalli o i molè (minuscolo dovuto) sono stati oggetto di diverse indagini condotte dal Sost. Procuratore. In particolare salta alla cronaca uno scambio di accuse avvenute pochi mesi fa, durante una udienza del processo alle cosche della piana in cui il Procuratore era apostrofato come “La bestia nera” , qui il molè accusava il Dott. Di Palma di aver creato un impianto persecutorio nei suoi confronti: “Vi piace vincere facile, eh – sono state le parole del boss – Sempre con noi ce l’avete, vi volete fare pubblicità sulle nostre spalle”. “Noi – è stata la risposta di Di Palma – la trattiamo per quello che è, signor molè. Un mafioso. E trattiamo i suoi figli per quello che sono, mafiosi. Noi facciamo indagini e il nostro scopo non è certo farci pubblicità o acquisire notorietà. Se fosse vero, considerato che l’arresto ogni due mesi, dovrei essere Procuratore nazionale e invece sono un semplice pubblico ministero. Lei, invece, signor molè, non è nessuno. Come vede, qui non ci sono giornalisti, non ci sono telecamere perché lei, signor molè, non conta più niente”.
Letto questo sarebbe facile quindi pensare a una intimidazione ma, conoscendo le “logiche” banali e poco complesse dei componenti di ‘ndrangheta è più ovvio concludere pensando a un gesto eclatante che mini alla serenità personale e familiare del Sostituto Procuratore, un modo quindi di allarmare la famiglia del Magistrato, allontanandolo dalle sue attività ordinarie.
Ma se tanto ci da tanto c’è da dire che hanno una logica becera, la famiglia di ROBERTO Di PALMA non è diversa da lui, tanto da non essersi sentita intimidita da alcuno. Il gesto invece ha rafforzato i sentimenti di affetto e fratellanza nei suoi confronti, per cui Forze dell’ Ordine, Giornalisti e Magistrati sono quanto mai al fianco del Procuratore.
Sui fatti sta indagando la Procura di Catanzaro, nella figura del Procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, Il Procuratore Nicola Gratteri ha chiesto dettagliate informazioni alla Squadra Mobile
Noi del carrettinonews.it esprimiamo solidarietà e affetto Al Procuratore Di Palma