Sulle violenze, fisiche e psicologiche, sulle torture, sui pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il comunicato stampa della Procura disvela uno scenario di orrore terrificante.
Toglie il respiro. Squadre di punizione feroci, divieto di fornire alle persone, oggetto di rabbiose aggressioni, le cure necessarie, omertà, falsificazioni e depistaggi. Orrore che si esprime da chi lo Stato dovrebbe rappresentare contro chi, detenuto, è in una condizione di patente vulnerabilità. Non amo i comunicati stampa delle procure. I processi si fanno in aula ed è lì che si stabilisce la responsabilità degli imputati ma gli elementi di prova (filmati dapprima non resi disponibili, intercettazioni, testimonianze) resi noti dal pubblico accusatore fanno gelare il sangue. Non si può non salutare con favore l’opera di chi tenti di squarciare una coltre a volte impenetrabile di buio e di protezione corporativa.
Per questi indagati, come per tutti, operi ogni garanzia difensiva (la prima tutela è già che, diversamente da ciò che accade di solito, non siano diffusi i loro nomi). Ma una volta provate le loro responsabilità siano definitivamente sottratti all’importante ruolo della custodia di persone ristrette affidate al loro aiuto e, ahimè, al loro potere.
In allegato il C.S della Procura e il provvedimento