I familiari delle vittime del dovere incontrano il Ministro Bonafede
“Quanto altro spargimento di sangue si dovrà avere prima che il Ministro della Giustizia e il Governo prendano coscienza di quanto sia fondamentale monitorare seriamente la recidiva in questo Paese?”. E’ la domanda che pone Emanuela Piantadosi, presidente dell’Associazione Vittime del Dovere e figlia del Maresciallo dei Carabinieri Stefano Piantadosi ucciso da un detenuto in permesso premio, dopo che a Milano Antonio Cianci, anch’egli un ergastolano in permesso premio, ha accoltellato un anziano per rapinarlo.
“Dalla precedente legislatura – spiega – abbiamo chiesto al Ministero che venisse misurata con dati certi ed inequivocabili la recidiva che rappresenta quel metro di misura essenziale per stabilire se un condannato abbia preso coscienza dei reati commessi, abbia scontato consapevolmente la sua pena e sia stato effettivamente rieducato, secondo quanto stabilito dalla costituzione art 27.
Dopo un primo colloquio nel 2018, solo caratterizzato da buoni propositi, al ministro Bonafede sono stati sollecitati ripetutamente incontri, mai più accordati, per avviare uno studio serio sulla recidiva, per garantire certezza della pena, per istituire un tavolo per le vittime di reato, per aprire un dibattito sul processo penale, al fine di dare un peso e un ruolo effettivo, che non sia solo risarcitorio, alla vittima poiché in Italia le ragioni delle vittime e la sicurezza della collettività contano meno dei diritti dei delinquenti”.
“Ora attendiamo – conclude – una presa di coscienza della politica e una risposta immediata”.