Wurstel farciti con piccoli chiodi: questo l’ultimo, terrificante metodo adottato da chi, mosso da un inspiegabile istinto assassino, sembra deciso ad uccidere i cani di Palermo. Le esche, perlopiù bocconi di cibo all’apparenza innocui, sono state rinvenute pochi giorni fa nel centro residenziale di Palermo.
Nonostante nel capoluogo si siano spesso verificati simili episodi, il fenomeno sembra aver assunto proporzioni inedite: Via Notarbartolo, Via Nunzio Morello, Via Ariosto e persino via Libertà sembrerebbero disseminate di salsicciotti chiodati, sapientemente nascosti, che se ingeriti provocherebbero la morte dell’animale, dopo giorni di agonia.
A rendere noto il tutto, una residente che, dopo aver avvistato e raccolto i bocconi sospetti, ha diffuso l’allarmante notizia con fotografie e parole colme di indignazione.
Si tratta soltanto del più recente fra gli stratagemmi messi in atto per provocare la morte dei cani, siano essi randagi o animali domestici. Polpette, veleno per topi e spugne intrise d’olio sono da sempre nascosti in ogni anfratto della città, principalmente nelle poche villette in cui spesso gli animali vengono lasciati liberi dagli ignari padroni, ma il numero delle vittime sta tragicamente aumentando.
La notizia è stata accolta con sdegno e paura da quanti sono soliti portare a spasso i propri cani in quello che viene considerato “il salotto di Palermo” e si stanno battendo affinché il fenomeno venga attenzionato dalle autorità competenti, non sempre con successo.
Rosita, proprietaria di un socievole ed esuberante Boxer, ci racconta con rabbia cosa significhi affrontare quotidianamente il rischio che il suo Juno possa essere avvelenato. “È pura follia” afferma la donna, adirata. “Non esiste giustificazione alcuna per un gesto del genere, si tratta soltanto di crudeltà”.
I cittadini, ben consapevoli di quanto stia accadendo, ritengono si tratti di un gesto esasperato, opera di chi, stanco di calpestare escrementi canini, avrebbe deciso di eliminare il problema alla radice. “Se fossimo più civili, se ci preoccupassimo di raccogliere il prodotto dei nostri animali, con ogni probabilità non dovremmo affrontare un simile disagio” ci dice Dario con sicurezza, portando a spasso il suo chihuahua. “Bisognerebbe partire da se stessi, migliorandosi – aggiunge – siamo, seppur in parte, causa del nostro male”.
Non siamo certi di quali siano le ragioni che muovano tali gesti, a porre fine alla vita di un animale la cui unica colpa è quella di avere padroni non abbastanza rispettosi degli spazi pubblici, ma sicuramente il rancore di costoro nasconde un indubbio ed innegabile squilibrio. Come non chiedersi in che modo un uomo possa giungere al punto di uccidere perché infastidito da un po’ di sporcizia, di cui gli escrementi animali sono soltanto una delle tante cause?
I proprietari di animali domestici vengono spesso minacciati da chi, spazientito, afferma di essere esasperato dai latrati notturni. Rosita ci racconta: “Ho ricevuto delle intimidazioni, qualche giorno fa, da parte di un uomo che mi ha intimato di far tacere il mio cane. Se non avessi provveduto, mi avrebbe fatto passare i guai. Sono corsa dalla polizia, ma le forze dell’ordine non mi hanno potuto aiutare in alcun modo, perché a quanto sembra il reato non sussiste”.
Cosa fare allora, per ridurre al minimo i rischi, per consentire ai padroni di far passeggiare serenamente i propri animali, senza dover continuamente temere per la loro salute? Al momento non resta che prestare maggior attenzione e sperare in una bonifica delle aree maggiormente interessate, ma non possiamo non augurarci che in futuro gesti simili vengano severamente sanzionati e che vicoli, strade e parchi vengano pattugliati con costanza.
Giorgia Medici